31 giorni di Africa
Il viaggio in poche parole
Una luna di miele itinerante e non convenzionale fatta di safari tra i meravigliosi parchi di Sud Africa, Botswana e Namibia, passando attraverso le stupefacenti cascate Victoria, concludendo con 12giorni di relax alle Seychelles.
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Kruger Park - Sudafrica
Arrivati a Johannesburg abbiamo recuperato la macchina a noleggio e ci siamo diretti verso il parco del Kruger. Dopo 4 ore e mezza e qualche sosta intermedia siamo arrivati al nostro lodge (La Kruger Lifestyle Lodge) situato a Marloth Park, tra i gate di accesso al Parco di Malelane e Crocodile Bridge. Abbiamo speso i due giorni successivi interamente nel parco, guidando in autonomia la nostra macchina, avendo la fortuna di vedere davvero una magnifica serie di animali, tra cui tutti i Big Five (Leone, Leopardo, Rinoceronte, Elefante e Bufalo), oltre ad ammirare le bellezze naturali del parco. La parte sud-ovest del parco infatti in questo periodo dell’anno è la più “pescosa” in termini di avvistamenti di animali in quanto vi è una alta concentrazione di pozze d’acqua e di fiumi. La prima giornata abbiamo costeggiato il crocodile river, entrando nel parco da crocodile bridge e uscendo da Malelane, mentre il secondo siamo passati per il camp di Lower Sabie e siamo arrivati fino a Skukuza (tra i camp più strutturati dell’intera area). Entrambi i giri ci hanno offerto la possibilità di ammirare tutte le meraviglie del parco, imbattendoci davvero ogni pochi minuti nell’incontro con specie di animali e uccelli sempre diverse.
Victoria Falls - Zambia e Zimbabwe
Riprendendo l’aereo da Johannesburg ci siamo diretti a Victoria Falls, punto di partenza per un safari di 14 giorni tra Botswana e Namibia, permettendoci cosi di ammirare una delle meraviglie naturali del mondo quali le Cascate Victoria, al confine tra Zambia e Zimbabwe. Per non perderci la possibilità di ammirarle dalle sponde di entrambi gli stati il primo giorno abbiamo visitato il parco dalla sponda dello Zimbabwe (50$ l’accesso) e il giorno seguente siamo saliti a Livingstone Island, sponda Zambia, un’isola che sorge sulla cresta delle cascate da dove è possibile fare il bagno in alcune piscine naturali sulla cima più alta delle Falls, un’esperienza davvero unica. Consigliabile fare questa escursione all’orario del pranzo, la mattina quando siamo andati noi era un po’ freddo, e in cima c’era un vento fastidioso.
Botswana
Il pomeriggio del giorno stesso siamo partiti alla volta del Botswana. Per questo Safari che attraversa diversi stati ci siamo affidati ad un tour operator scegliendo l’opzione tenda e campeggio per vivere al massimo l’esperienza e interagire il più possibile con le guide e con i nostri compagni di viaggio. L’agenzia che che abbiamo scelto in Italia è Impronte Safari www.iwsafari.com/ , che si è appoggiata ad un operatore locale dal nome Kiboko Safari Tour. In Botswana abbiamo visitato il Parco del Chobe e il Delta dell’Okavango, parchi naturali molto diversi dal Kruger che offrono l’opportunità di vivere sempre un' esperienza a strettissimo contatto con la natura, ma in un contesto completamente diverso. Il Chobe è un parco sabbioso, che si erge sulle rive del medesimo fiume, che abbiamo navigato su una barchetta messa a disposizione dal camp dove abbiamo dormito. È stato davvero emozionante vedere gli elefanti guadare il fiume, e molte e altre specie di animali (ippopotami soprattutto) recarsi sulle medesime rive per abbeverarsi. L’Okavango invece è un Delta paludoso particolare che non sfocia in nessun mare ma finisce nella terra. Abbiamo avuto la possibilità di navigarlo lentamente sia in Komoro, una tipica imbarcazione locale a 2 posti, una sorta di gondola, sia con la barca del lodge, ammirandone flora e fauna per un’esperienza ancora diversa rispetto alle precedenti.
Namibia
Entrati in Namibia, dopo una notte di stopover vicino alla città di Rundu ci siamo diretti come prima tappa al parco dell’Etosha, dove in 2 giorni di game drive nel parco abbiamo osservato le tantissime specie presenti e abbiamo avuto la fortuna di ritrovare Rinoceronti e Leoni, oltre ad infinite Zebre e Giraffe che in grandi quantità popolano il parco. L’Etosha ha una struttura ancora diversa rispetto ai precedenti parchi: è molto più desertico con una bassa vegetazione che permette di poter vedere gli animali anche da grande distanza. Esso infatti è composto in larga parte dall’Etosha Pan, un grande deserto di sale che sorge dentro al parco. Ma la Namibia è anche molto altro così i giorni successivi il tour prevedeva di raggiungere le dune del deserto che finiscono dentro l’oceano. Prima di arrivare ci siamo fermati un giorno e una notte passati tra le meraviglie di Spitzkoppe, dove abbiamo ammirato dipinti rupestri risalenti a oltre 2mila anni fa, quando le popolazioni locali usavano dipingere sulla roccia per comunicare tra loro, e abbiamo passato una bellissima serata ammirando le stelle. Siamo poi giunti a Swakopmund, alla vicina Walvis Bay, località che sorgono direttamente sull’oceano, rifugio estivo di tanti abitanti del vicino Sud Africa. Qui abbiamo fatto una magnifica escursione in 4x4 a Sandwich Harbour, ammirando il confine sottile tra il deserto e l’oceano salendo fino sulle dune più alte per godere di un panorama mozzafiato. Nuovamente in viaggio ci siamo diretti a Sesriem e Sossusvlei, al centro del deserto del Namib, dove abbiamo scalato la duna di sabbia più alta del mondo, il celebre Big Daddy, scendendo poi ad ammirare la Deadvlei, la celebre valle di alberi pietrificati con le dune del deserto sullo sfondo. Nonostante il corso d’acqua abbia abbandonato la Deadvlei da molti anni, questi alberi rimangono immutati e quasi fossilizzati grazie alle particolari condizioni atmosferiche del deserto e dell’oceano, creando un’atmosfera molto suggestiva. Siamo poi arrivati a Windhoek dove con una bella cena di gruppo, abbiamo chiuso questo bellissimo tour. La città di Windhoek nonostante sia la capitale della Namibia non offre molti punti di interesse, ma è un comodo punto di partenza o arrivo grazie al suo aereoporto internazionale.
Seychelles - Isola di Praslin
Dopo la prima notte di “scalo” passata a Mahe abbiamo preso il ferry per Praslin, la prima delle due isole che abbiamo visitato nei 12 giorni passati alle Seychelles. Praslin è la più grande e ci si muove agevolmente con la macchina a noleggio affittabile direttamente al porto (50€ al giorno, circa 30min per spostarsi da una parte all’altra dell’isola), mentre La Digue è un piccolo paradiso terrestre dove ci muove a piedi o in bicicletta (soluzione consigliata, 8/10€ al giorno). È stato davvero piacevole girare tutta Praslin in lungo e in largo con la nostra auto compatta, ci si immerge nella fitta vegetazione dell’isola, passando attraverso le sue strade strette (occorre prestare molta attenzione quando cala il sole) che portano a tutte le principali spiagge dell’isola. Anse Lazio, celebre per venire inserita spesso tra le migliori spiaggie del mondo, merita sicuramente una visita, ma non ci ha colpito così tanto, forse complice il tempo nuvoloso. Abbiamo invece scoperto con gioia la vicina Anse Georgette, molto meno affollata ed altrettanto meritevole, ci siamo arrivati nel tardo pomeriggio e abbiamo goduto di un bellissimo tramonto seduti sulla sabbia bianca. Segnaliamo anche Anse Volbert, altra spiaggia abbastanza nota, dove con la bassa marea è possibile fare una lunga camminata con i piedi in mare, ammirando il bellissimo panorama che offre. Infine abbiamo “scoperto” Anse La Blague, una piccola spiaggia deserta all’estremità dell’isola in direzione La Digue, dove ci è sembrato davvero di essere arrivati un luogo incontaminato, e che l’isola fosse solo per noi. Abbiamo impiegato poi una mezza giornata per l’escursione a Curieuse Island, luogo dove vivono in libertà e si riproducono tantissime tartarughe giganti, esemplari presenti nel mondo solamente qui e alle isole Galapagos, un’esperienza davvero interessante che abbiamo molto apprezzato (le piccole barche che portano all’isola partono direttamente da Anse Volbert, e sono prenotabili presso tutte le guesthouse oppure direttamente in spiaggia, il costo mediamente è di 50€ per persona). Sulla via del ritorno da Curieuse avremmo dovuto fermarci al piccolo atollo di St.Pierre per una sessione di snorkeling, ma il tempo, un po’ ballerino in questa stagione, non ce lo ha permesso.
Seychelles - Isola di La Digue
Dopo i 5 giorni a Praslin ci siamo spostati a La Digue. Muoversi in bicicletta per l’isola è una cosa veramente caratteristica che ti fa apprezzare tutti gli scorci possibili. La guesthouse che ci ho ospitava ci ha fatto trovare direttamente le bici la mattina successiva al nostro arrivo. Il luogo da vedere per eccellenza nell’isola è Anse Source d’Argent, spiaggia da cartolina con grandi sassi che si intervallano sulle spiagge bianche, e un mare cristallino nel quale si può fare snorkeling a pochi metri dalla riva. Vi sembrerà di nuotare dentro un acquario pieno di pesci. La spiaggia, considerata la sua bellezza e il prestigio di cui ormai gode, è accessibile attraverso un parco ed il costo di ingresso é di 10€ a persona. Dove è possibile valorizzare un luogo per il turismo state sicuri che le Seychelles ne approfitteranno, in questo caso il prezzo del biglietto vale sicuramente la pena (noi ci siamo anche tornati un altro giorno). Bella e comoda da raggiungere anche Anse Severe dalla parte opposta dell’isola. Qui con la bassa marea è possibile camminare sui coralli fino alla fine della barriera corallina, ammirando il profondo blu dell’oceano ed eventualmente immergersi per vedere le meraviglie che offre. Proseguendo dopo Anse Severe con la bicicletta si passa dall’altro lato dell’isola dove le spiagge sono più esposte verso l’oceano, e a causa delle forti correnti è altamente sconsigliato nuotare. Siamo arrivati fino al termine della strada dove abbiamo lasciato le biciclette e ci siamo avventurati in un trekking di circa 30 minuti tra gli scogli. Vedevamo una spiaggia in lontananza ma non era chiaro come poterci arrivare. Era Anse Caiman, ed Il sentiero che vi ci porta da quel lato dell’isola non è segnalato in nessuna guida. È stato abbastanza impegnativo ma al tempo stesso anche divertente muoversi sugli scogli fino a raggiugere il Caiman Beach Bar, gustare uno squisito pranzo che ogni giorno viene preparato in loco per i pochi turisti che arrivano, e immergersi nella piscina naturale che si forma tra le rocce e l’oceano, dove con piacevole sorpresa abbiamo trovato tantissimi pesci e ci siamo potuti rilassare per il resto del pomeriggio. Il consiglio è quello di portarsi delle scarpe da scoglio o da tennis per il tragitto, può essere molto scomodo e pericoloso affrontarlo in ciabatte, anche se abbiamo incontrato alcuni altri ragazzi che erano arrivati solo con le flip-flop. Sempre in giro con la nostra bicicletta, abbiamo speso una giornata muovendoci tra Grand’ Anse, Anse Petit e Anse Coco, tre spiagge adiacenti che sorgono sempre dalla parte dell’isola dove l’oceano si increspa. Sono state davvero uno spettacolo della natura: onde grandissime, spiaggia bianca, palme e piccoli chioschi che servono noci di cocco e piatti di frutta fresca. Bisogna fare i conti con un po’ di vento, che se non soffia eccessivamente forte può essere anche molto piacevole. Questa stagione (giugno-agosto) è la stagione del vento alle Seychelles, per cui il tempo cambia molto velocemente durante la giornata. Da un momento di sole pieno di passa velocemente ad un cielo nuvoloso, e viceversa. Il vento nel nostro caso è stato sempre abbastanza lieve e piacevole, permettendoci comunque di passare gran parte delle giornate esposti al sole, senza patire troppo il caldo (le temperature sono sempre state tra i 25 e i 27 gradi, ideale direi). Durante una mezza giornata nuvolosa abbiamo affrontato un vero trekking con 300mt di dislivello per arrivare al punto più alto di La Digue, il Nid D’Aigle (il nido dell’acquila) da dove abbiamo potuto ammirare un bellissimo panorama a 360gradi (nelle giornate più nitide si può vedere anche l’isola di Mahe, parecchio più lontana della vicina Praslin…ma non è stato il nostro caso).
Conclusioni
Un mese di Africa necessita sicuramente di tempo per essere elaborato dalla nostra testa. Abbiamo vissuto momenti davvero emozionanti, visto paesaggi incredibili e spiagge paradisiache, allo stesso tempo però muovendoci lentamente siamo riusciti ad apprendere qualche cosa anche dalle culture locali, dalle poche tribù che ancora abitano queste terre, e soprattutto abbiamo sperimentato in prima persona e visto con i nostri occhi come la popolazione vive e quali sono ancora i grandi limiti infrastrutturali e di mobilità che caratterizzano questi paesi. Le instabilità politiche e sociali che derivano soprattutto dall'epoca del coloniaslimo, non si sono di certo appianate con l'indipendenza dei diversi stati Africani. Lo Zimbabwe per esempio è uno dei pasi con il più alto indice di povertà al mondo, con un governo filo-dittatoriale e tante guerriglie interne che ne hanno sempre frenato la crescita. Al suo interno si trovano le cascate Victoria, spettacolo naturale e principale attrazione turistica del paese che non ha mai risentito dell'instabilità interne. Il vicino Zambia sembra passarsela meglio da un punto di vista politico, ma anche in questo caso si trovano famiglie di 10-12 persone che ancora vivono in piccoli villaggi con case di lamiera, alle porte della città. Speso solo 2 o 3 persone per famiglia lavorano, dovendo sfamare le restanti. La stessa situazione si ripete in Botswana e Namibia dove i villaggi ancora la fanno da padroni e la maggior parte della popolazione si sposta da questi ai centri delle città e/o alle scuole semplicemente a piedi, senza l'ausilio di nessun mezzo. Anche il Sudafrica non fa eccezione, nelle campagne attorno al kruger abbiamo visto tantissimi braccianti sulle sponde delle autostrade fare l'autostop o aspettare qualche mezzo di fortuna per fare rientro a "casa" a qualsiasi ora del giorno e della sera. Dobbiamo anche dire che a dispetto della situazione di povertà, tutte le persone che abbiamo incontrato si sono mostrate molto dignitose e sempre sorridenti, senza mai chiedere elemonisa o mendicare alcunchè. Giusto va a fatta un pò di attenzione fuori dai centri commerciali, dove qualche ragazzotto di strada avvicina i viaggiatori per chiedere qualche moneta. Credo che alla fine comprendere l'Africa con le sue infinite contraddizioni sia veramente difficile, va accettata cosi, con le sue meraviglie culturali e la sua straordinaria ricchezza paesaggistica, ma anche con le grandi ferite che tantissimi anni ne caratterizzano la popolazione.
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